Gli Indignati si oppongono ai turisti islamici, anche se il loro numero è in forte aumento

La pagina Facebook ufficiale de La Nuova di Venezia condivide il seguente articolo: “Otto voli al giorno con turisti islamici, moschea necessaria a Venezia“. Aprendo l’articolo, si legge: “Mohammed Amin Al Ahdab, presidente emerito della Comunità Islamica di Venezia e Provincia, abita in città dall’84. Oggi parteciperà all’incontro organizzato dal Comitato promotore della giornata ecumenica del dialogo cristiano-islamico alla scuola dei Calegheri. «Un’esigenza sociale», così definisce la richiesta di un luogo di culto in centro storico: «Arrivano otto voli giornalieri da paesi islamici: mettiamo che anche un quarto di loro siano praticanti, parliamo comunque di migliaia di persone. È una carenza, non un lusso che vogliamo ottenere. Sarebbe un modo per far capire che Venezia è una città tollerante e aperta al dialogo. Riceviamo chiamate per chiederci: dove siete? Marghera, per i turisti che arrivano a Venezia, è un posto sconosciuto».”
Ricordiamo che l’Italia, secondo la Costituzione, è una Repubblica democratica laica e aconfessionale, ossia che non ha una religione ufficiale. Nell’articolo 8 si specifica che “tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge. Le confessioni religiose diverse dalla cattolica hanno diritto di organizzarsi secondo i propri statuti, in quanto non contrastino con l’ordinamento giuridico italiano.“
Chiaro, no? Per tale motivo, perché gli islamici non possono edificare una propria moschea a Venezia? E’ davvero ancora il caso di porsi una domanda del genere? Per gli Indignati, pare proprio di sì: